Perché tutto il visibile
riposa sull’invisibile
l’intellegibile sull’incomprensibile
il tangibile sull’impalpabile
Novalis
Per passione personale, adoro
tutto ciò che tratta del paranormale. Quanti avranno amato
il Sesto Senso, o The Gift? Con Marina, però, giochiamo in
casa. E’ una studiosa dell’Energia e del Paranormale. Sulle
sue conoscenze ha costruito questo libro, che è oltre il
semplice "impossibile".
"Il dono di Rebecca" ha la capacità di
catturare il lettore, di insinuare un dubbio, di generare
emozioni, di coinvolgere nella storia di una bambina che
sotto i nostri occhi diventa donna, affronta la vita con le
sue difficoltà, diversa per un dono che potrebbe essere una
maledizione ma che, attraverso la mente sottile dell’autrice
e il carattere di questa donna "possibile", diviene
una parte costante di una vita vissuta in pieno.
Marina, leggo che sei una studiosa dell’Energia e
del Paranormale, come appare in quarta di copertina. Cosa
vuol dire studiare l’Energia?
Significa scoprire - attraverso studi sulle cellule, studi
di biologia, di fisica, di fisica nucleare e chimica,
operati da una serie di ricercatori - che, oltre al mondo
per così dire "materiale" che risulta visibile e palpabile a
tutti, esiste un mondo più difficile da accettare e
percepire che vibra intorno a noi, ma che fa parte sempre
del mondo materiale; è solo un’altra sua manifestazione.
Significa imparare a mettere sempre tutto in dubbio senza
lasciarsi trasportare dall’entusiasmo.
Ogni scoperta, ogni traguardo devono essere sempre
affrontati con metodo, con l’ausilio della
scienza, senza dimenticare mai che ciò che
si cerca non è tanto la prova dell’energia quanto il suo
funzionamento, il suo modo di manifestarsi, la sua
regola, ove possibile. L’energia ha varie
forme e varie esplicazioni; studiarla significa tentare di
trovare sempre su basi e metodi scientifici la sua ratio, il
suo ordine, le sue regole. Perché voler credere a tutti
i costi ad una cosa non significa che la cosa in questione
esista: bisogna provarlo.
Apollo e Deifobe. Un tuffo nella mitologia o in una
probabile realtà?
Un tuffo nella mitologia. La figura di Deifobe
mi ha sempre affascinata, soprattutto per la sua modernità:
una donna che, in una religione di tipo patriarcale, ha il
coraggio di rifiutare l’amore del suo dio manifestando la
propria individualità e il proprio coraggio. Assolutamente
affascinante!
E poi la maledizione... tante vite quanti i granelli di
sabbia racchiusi nella sua mano.
Ecco che da tutto questo ho pensato di far partire una
storia diversa, chiedendomi cosa sarebbe stata la Sibilla se
davvero avesse vissuto tutte quelle vite. Sarebbe stata una
donna come tante con una famiglia, un lavoro, una vita, ma
con quel quid in più: l’opportunità di percepire, a contatto
con cose, luoghi e persone, la loro storia più profonda.
Il Paranormale nella nostra vita. Per alcuni una
certezza, per molti un bluff. Come si possono far collimare
queste due realtà assolute?
Sfortunatamente ancora oggi si parla di "paranormale"
come di un qualcosa che va oltre la realtà; ancora oggi si
crede che con il termine "paranormale" si definiscano tutti
quei fenomeni lontani da noi che spesso esulano nell’occultismo.
Non è così. Per quanto mi riguarda il paranormale è più
vicino ad ognuno di noi di quanto possa sembrare. Anche l’intuizione,
il fatto di sapere in anticipo che una persona cara non sta
bene, quella che spesso definiamo una forte sensibilità,
potrebbe essere definito "paranormale".
Il fatto grave è che sfortunatamente sono ancora pochi
quelli che lo studiano seriamente. E’ più facile incontrare
- ed è brutto a dirsi - molti buffoni che usano la parola
"paranormale" per scopi illeciti.
Personalmente ho avuto la fortuna di conoscere il grande
studioso bolognese
Piero Cassoli, psichiatra, uomo di
grande scienza e grande cultura che ha sempre studiato i
fenomeni paranormali con serietà, metodo e professionalità:
l’unico modo per arrivare a risposte serie e non ad inutili
ipotesi.
Una vita e mille possibilità. Credi che il nostro
cervello possegga facoltà realmente non utilizzate che ci
potrebbero permettere un’esistenza differente?
Credo che il cervello sia uno degli organi che ancor oggi
può riservarci un’infinità di sorprese. Credo che vi siano
una serie di facoltà inesplorate che
possediamo e che sfortunatamente abbiamo lentamente perso.
Sì, credo che recuperare alcune di quelle facoltà potrebbe
rendere diversa la nostra vita.
Veniamo al libro. Per me una meraviglia. Sono
rimasta coinvolta dalla storia al punto da sentirmene una
parte. Era come assistere all’avventura nel mondo reale.
Insomma, un romanzo che parla di altro, ed al contempo è
perfettamente reale. Sei cosciente di avere creato un
piccolo gioiello della nostra letteratura?
Sono commossa e non so come ringraziarti per le tue parole!
No, non sono cosciente di aver creato un piccolo gioiello.
Volevo solo raccontare la mia realtà, una realtà diversa,
vicina e lontana allo stesso tempo. Non un paranormale
spaventoso e spettacolare, ma intimo e riconoscibile.
E, qualora sia riuscita anche in piccolo ad aver raggiunto
tale meta, ad esser riuscita a far partecipe il lettore di
questo tipo di realtà, ne sono felice! Quindi le tue parole
mi riempiono il cuore di gratitudine, grazie!
Una vita, un amore, rapporti intrecciati, madri,
figlie, uomini e donne. Una visione della quotidianità che
lascia supporre una vita dettata da certezze e positività.
Sono caratteristiche in cui ti ritrovi o sei riuscita a
trasmettere un desiderio?
Diciamo che tento sempre di considerare la metà piena del
bicchiere, la parte più bella di ogni cosa. Ho parlato della
mia quotidianità: una vita in cui, chiaramente, i problemi
ci sono. La vita di ogni giorno è frenetica e spesso non si
ha tempo per nulla, ma per me la famiglia e
gli affetti sono tutto: sono le solide
fondamenta che permettono ad una persona di sentirsi
stabile. Tutto può cambiare, demolirsi, terminare, ma i
rapporti familiari, i rapporti veri, le amicizie sono
importanti e sono per sempre. Questa è una ricchezza di cui
non potrei mai fare a meno.
Un antico detto orientale cita: "Un uomo, per non aver
vissuto inutilmente, nella vita deve aver fatto tre cose:
aver scritto un libro, aver avuto un figlio ed aver piantato
un albero".
Io le ho fatte... spero di non aver vissuto invano!