Carlotta Degli
Innocenti recensisce "Il dono di Rebecca. Il mistero svelato",
Marina Dionisi .
lunedì 18 agosto 2008
Uscito in libreria ad aprile del 2008, il romanzo "Dono di
Rebecca. Il mistero svelato" invita il lettore a percorre
insieme alla protagonista esperienze e avventure paranormali.
Uno dei tanti misteri d'Italia che non delude mai i lettori del
genere.
di Carlotta Degl'Innocenti
Secondo romanzo di Marina Dionisi che prosegue e completa il
primo libro d’esordio dell’autrice. Il racconto trasporta il
lettore nell’universo, sia personale che generale, di coloro che
hanno il dono della sensitività. La storia è suddivisa in una
successione di episodi cronologici con uno stile descrittivo
gradevole che si presta volentieri a una trasposizione
cinematografica. L’autrice, studiosa dell’energia e del
paranormale, ha partecipato a numerosi programmi televisivi e
radiofonici dando un forte contributo alla comprensione di
alcuni fenomeni che vanno al di là della nostra più fervida
immaginazione. Eventi o manifestazioni dei quali ci sentiamo,
nonostante tutto, attratti e da lei raccontati con molta
semplicità, in un romanzo ambientato nei giorni nostri.
RIEPILOGO LIBRO D’ESORDIO. La protagonista, Rebecca, scopre da
bambina le sue qualità di sensitiva. Incoraggiata dai genitori e
dalla figura del nonno, la giovane trova un sostegno, molto
tollerante, per crescere in modo equilibrato, nonostante le sue
inconsuete visioni che la soverchiano improvvisamente in
situazioni diverse quando entra in contatto con degli oggetti o
con delle persone. Con il passare degli anni, la protagonista
impara a dominare e a sfruttare le sue percezioni.
IL DONO DI REBECCA. IL MISTERO SVELATO. Il secondo romanzo si
annuncia molto più intricato nelle varie vicende che vengono
narrate sul filo del racconto surreale. Rebecca è un’adulta.
Sposata con Giacomo, ha auvto tre figli; e Milly, la più grande,
è l'unica ad avere ereditato il dono materno. Insieme, hanno una
vita familiare ordinaria e comune a molte persone. Eppure la
storia riportata in prima persona, attraverso lo sguardo della
protagonista, ci trascina in uno spezzato molto ermetico sul
significato della “veggenza”. Il racconto, ambientato nel nostro
quotidiano, è teso ad illustrare, attraverso delle esperienze
parallele, la progressiva scoperta delle origini della
chiaroveggenza di Rebecca. Storie di vite precedenti che
affiorano alla memoria grazie ad incontri casuali nei quali si
rivelano, capitolo dopo capitolo e come un tassello dopo
l’altro, molte delle risposte che la protagonista sta cercando.
Dall’antico Egitto all’oracolo di Delfi, la sensitiva rivive
epoche in cui prima ancora della storia scritta, umani e
divinità condividevano l’esistenza nel mondo reale. Un percorso
molto ambizioso, al di là del quale il lettore, appassionato di
questo tema, troverà molte tematiche e simbologie pertinenti
alla disciplina esoterica.
Sebbene l’autrice tratti un argomento così delicato, nondimeno
perviene a far comprendere al lettore la condizione esistenziale
di coloro che vivono in questo stato percettivo. Il confronto
tra la realtà di tutti i giorni e le esperienze ultrasensoriali
della protagonista è convincente. Alcune descrizioni possono
sembrare alquanto parossistiche e a volte incomprensibili quanto
l’universo del paranormale. Malgrado ciò sentiamo che vi sono
numerosi eventi ai quali non sappiamo dare un senso e che
vengono descritti coraggiosamente dall'autrice.
STILE. Un effetto stilistico molto descrittivo e ricco di
dettagli e di ambientazioni storiche. Marina Dionisi illustra
molto bene l'universo interiore dei suoi personaggi, che ci fa
sentire come persone a noi familiari. La narrazione scorre
veloce, grazie a uno stile che cerca di mantenere il ritmo
colloquiale. La studiosa-scrittrice sta confermando un suo
talento narrativo che conquista non solo per il tema da lei
trattato ma per l'attenzione che rivolge alle sfumature dei
sentimenti umani e le delicate inflessioni dei rapporti
interpersonali.
|