Carla Casazza su La Nave
del destino di Marco Mazzanti
Dovendo attribuire questo romanzo ad un
genere letterario, lo definirei un fantasy, molto singolare, una fiaba
per adulti dove non trovano spazio elfi e troll, dove non si combatte
contro mostri o vampiri.
Perchè La nave del destino di
Marco Mazzanti
racconta, in modo estremamente poetico una saga i cui protagonisti sono
gli strani componenti di un circo che intrecciano le loro vicende con
una famiglia altrettanto strana che vive in funzione della bellissima
figlia Asia. Siamo in un epoca non ben identificata, attorno all'anno
Mille, in un luogo surreale che ricorda atmosfere mediterranee. Tre
fratelli gemelli, dall'aspetto molto simile ma dai caratteri e dalle
sensibilità assai diverse, rimangono conquistati dalla bella Asia, tanto
che le loro vite ne saranno completamente sconvolte nel bene e nel male.
E con esse anche quelle di coloro che hanno accanto. Ma La nave del
destino è prima di tutto una storia d'amore. Anzi diverse storie d'amore
che si rincorrono e si intrecciano in un girotondo surreale e magico.
Spesso, quando leggo un romanzo, per un qualche misterioso meccanismo
mentale, mi capita di associarlo ad un opera d'arte o a un artista. Nel
caso de La nave del destino ho subito pensato a Klimt e ad un'opera in
particolare: Il bacio.
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