Fabio Mascia
Voto: 5/5
Altro successo di Marco
Mazzanti. Ho potuto ritrovare le emozioni che Marco
riesce a trasmettere, quando descrive storie
d'amore. Ha la capacità di far percepire i suoi
personaggi come se fossero davvero reali, si
percepiscono i luoghi, le sensazioni, tutto in
maniera molto forte. La cosa che mi è piaciuta molto
è stata la descrizione, sotto certi aspetti, in
forma poetica di questo racconto. Avevo la
sensazione di leggere alcuni versi di poesia, tutto
molto toccante. Consiglio vivamente la lettura di
questo libro, e del mondo magico che il colore
rappresenta.
Lauraetlory (anobii)
Voto: 4/5
Se
avete amato "Profumo" di Suskind
questo romanzo fa per voi. Qui il senso chiamato in
causa non è l'olfatto ma la vista. La vista
riacquistata da un fanciullo albino, nato cieco.
L'autore ci guida nella scoperta che Dmtrj fa dei
colori come unico contatto tra lui e il mondo, tra
lui e la realtà. Dmtrj è nato privo di vista, privo
di colori, privo soprattutto di umanità. Non ha
empatia verso il genere umano e questa è una delle
caratteristiche portanti del romanzo: la profonda e
straniante estraneità, diremmo antipatia, del
protagonista verso il quale non si riesce a provare
trasporto. Curiosità, questo si. La stessa che
spinge a leggere, pagina dopo pagina, il suo
procedere in un'esistenza segnata dal perverso
piacere del colore steso, strappato, versato con i
suoi coltelli. Dmtrj è un mostro, nel senso di
profondamente diverso da tutto ciò che lo circonda.
Un essere privo del concetto del bene e del male che
si specchia nel suo alter ego, Scile. Ma è difficile
stabilire chi sia più cattivo (da captivus,
prigioniero delle proprie emozioni malate): Dmtrj
che non riesce ad amare degli altri se non le
policromie esasperate o Scile che, pur trascinato
dalla vendetta, conosce l'amore per un Asja? Una
lettura molto particolare che non piacerà a tutti. E
viene da pensare che l'autore, un po' come il suo
protagonista, abbia voluto dividere la gente tra chi
sarà in grado di comprendere la ricerca stilistica
di Dmtrj e chi invece, relegato nel gruppo della
"carne", ne verrà istintivamente respinto.
- Lorenza Caravelli -
Voto: 5/5
La superficie esterna era poi così importante? I
colori sono qualcosa che sta soltanto fuori, oppure
anche l'anima è colorata?"
Questi gli intensi interrogativi di un giovane uomo
albino e cieco, la sua riflessione su forma e
contenuto, su apparenza e sostanza,proposta al
pubblico da un autore che farà presto parlare di sé.
Dietro la vicenda di Dmtrj e Scile c'è l'eterna
metafora del bene e del male, narrata e dipinta. I
sensi e i colori sono i veri protagonisti della
storia: pastosi,vibranti,indimenticabili,
incastonano la narrazione e definiscono i personaggi
e le vicende, che restano impressi come i quadri di
una galleria.
Marco Mazzanti è un autore da seguire e
incoraggiare.
La sua penna originale e innovativa nei contenuti è
sorretta da una strumentazione sintattica e
lessicale sicuramente efficace.